L'occhio del mercante. Commercio e cultura nel Medioevo italiano

Par : Gabriella Airaldi
Disponible dans votre compte client Decitre ou Furet du Nord dès validation de votre commande. Le format PDF est :
  • Compatible avec une lecture sur My Vivlio (smartphone, tablette, ordinateur)
  • Compatible avec une lecture sur liseuses Vivlio
  • Pour les liseuses autres que Vivlio, vous devez utiliser le logiciel Adobe Digital Edition. Non compatible avec la lecture sur les liseuses Kindle, Remarkable et Sony
Logo Vivlio, qui est-ce ?

Notre partenaire de plateforme de lecture numérique où vous retrouverez l'ensemble de vos ebooks gratuitement

Pour en savoir plus sur nos ebooks, consultez notre aide en ligne ici
C'est si simple ! Lisez votre ebook avec l'app Vivlio sur votre tablette, mobile ou ordinateur :
Google PlayApp Store
  • Nombre de pages148
  • FormatPDF
  • ISBN978-88-9359-744-9
  • EAN9788893597449
  • Date de parution25/05/2023
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille2 Mo
  • Infos supplémentairespdf
  • ÉditeurEdizioni di Storia e Letteratu

Résumé

Nel basso Medioevo, il periodo che convenzionalmente va dall'anno Mille alla scoperta dell'America, Genova, Venezia, in parte Pisa e, dal Duecento, Firenze controllano l'economia internazionale. Per le élite di queste città, educate fin dall'adolescenza a una formazione mista tra apprendistato di mare e di mercato, gran parte del sapere si basa sull'esperienza diretta. Tuttavia, scrivere, leggere e far di conto sono strumenti necessari per governare ciò che ruota intorno alla mobilità del denaro e ai rischi degli investimenti.
E così, molti uomini d'affari - come dimostra questa indagine storica di lungo periodo che si sofferma su un aspetto spesso trascurato - utilizzano la scrittura anche per qualcosa di lontano dalla loro vita abituale e dalle loro competenze tecniche. Non si occupano, infatti, solo di merci e partite doppie, ma fissano momenti della vita, raccontano viaggi, esperienze, storie di paesi lontani. Oppure redigono trattati sui numeri o sull'astrologia, narrano la cronaca del loro tempo e della loro città, cantano l'amore e la guerra, scrivono novelle e discutono di teologia.
Nel basso Medioevo, il periodo che convenzionalmente va dall'anno Mille alla scoperta dell'America, Genova, Venezia, in parte Pisa e, dal Duecento, Firenze controllano l'economia internazionale. Per le élite di queste città, educate fin dall'adolescenza a una formazione mista tra apprendistato di mare e di mercato, gran parte del sapere si basa sull'esperienza diretta. Tuttavia, scrivere, leggere e far di conto sono strumenti necessari per governare ciò che ruota intorno alla mobilità del denaro e ai rischi degli investimenti.
E così, molti uomini d'affari - come dimostra questa indagine storica di lungo periodo che si sofferma su un aspetto spesso trascurato - utilizzano la scrittura anche per qualcosa di lontano dalla loro vita abituale e dalle loro competenze tecniche. Non si occupano, infatti, solo di merci e partite doppie, ma fissano momenti della vita, raccontano viaggi, esperienze, storie di paesi lontani. Oppure redigono trattati sui numeri o sull'astrologia, narrano la cronaca del loro tempo e della loro città, cantano l'amore e la guerra, scrivono novelle e discutono di teologia.