Croce e identità cristiana di Dio nei primi secoli
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- Nombre de pages190
- FormatPDF
- ISBN978-88-7229-925-8
- EAN9788872299258
- Date de parution01/01/2021
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille3 Mo
- Infos supplémentairespdf
- ÉditeurA PRECISER
Résumé
Il seminario patristico si pone in continuità con gli altri eventi scientifici e formativi organizzati dalla Cattedra Gloria Crucis. 1
In questo volume, i relatori ci porteranno tutti, idealmente, all'inizio del- l'era cristiana nel tentativo di rispondere ad alcuni quesiti fondamentali: in che modo i Padri della Chiesa dei primi secoli, hanno compreso e presentato la Croce di Cristo al mondo giudaico e pagano? Quale identità e natura di Dio traspaiono dagli scritti dei Padri? In questo nostro mondo secolarizzato e sedotto dall'immanenza, le luci che emergeranno dalle fonti patristiche ci aiuteranno a cogliere i segnali di un'insistente apertura sul trascendente.
Comprendere e presentare la Croce come segno della religione cristiana non è stato di buon gusto all'inizio della diffusione del cristianesimo e non lo è neppure oggi.
A un pagano di epoca neotestamentaria l'annuncio di un Dio che manda suo Figlio a morire sulla croce, e che questi era lui stesso Dio, doveva apparire paradossalmente e oltremodo blasfemo. Una superstizione tenebrosa e folle che poneva il Dio cristiano in una luce sinistra. Non possiamo passare con superficialità su questa e altre difficoltà che giudei e pagani anche ben intenzionati e sinceramente amanti di Dio sperimentarono dinanzi all'annuncio cristiano.
Non sarebbe onesto guardare la storia di duemila anni soltanto nella prospettiva di un cristianesimo che si impone, prevale e vince. Occorre ascoltare anche le voci dei perdenti, le loro ragioni, la loro parte di verità. Sarebbe una semplificazione estremamente superficiale ritenere, ad esempio, che il rifiuto di Cristo e del suo messaggio sia sempre espressione d'empietà e di odio. La fine infamante e scandalosa del Rabbì della Galilea richiese uno sforzo interpretativo per rileggere teologicamente la sconvolgente e fallimentare brutalità della crocifissione come significativo evento della rivelazione.
A un pagano di epoca neotestamentaria l'annuncio di un Dio che manda suo Figlio a morire sulla croce, e che questi era lui stesso Dio, doveva apparire paradossalmente e oltremodo blasfemo. Una superstizione tenebrosa e folle che poneva il Dio cristiano in una luce sinistra. Non possiamo passare con superficialità su questa e altre difficoltà che giudei e pagani anche ben intenzionati e sinceramente amanti di Dio sperimentarono dinanzi all'annuncio cristiano.
Non sarebbe onesto guardare la storia di duemila anni soltanto nella prospettiva di un cristianesimo che si impone, prevale e vince. Occorre ascoltare anche le voci dei perdenti, le loro ragioni, la loro parte di verità. Sarebbe una semplificazione estremamente superficiale ritenere, ad esempio, che il rifiuto di Cristo e del suo messaggio sia sempre espressione d'empietà e di odio. La fine infamante e scandalosa del Rabbì della Galilea richiese uno sforzo interpretativo per rileggere teologicamente la sconvolgente e fallimentare brutalità della crocifissione come significativo evento della rivelazione.
Il seminario patristico si pone in continuità con gli altri eventi scientifici e formativi organizzati dalla Cattedra Gloria Crucis. 1
In questo volume, i relatori ci porteranno tutti, idealmente, all'inizio del- l'era cristiana nel tentativo di rispondere ad alcuni quesiti fondamentali: in che modo i Padri della Chiesa dei primi secoli, hanno compreso e presentato la Croce di Cristo al mondo giudaico e pagano? Quale identità e natura di Dio traspaiono dagli scritti dei Padri? In questo nostro mondo secolarizzato e sedotto dall'immanenza, le luci che emergeranno dalle fonti patristiche ci aiuteranno a cogliere i segnali di un'insistente apertura sul trascendente.
Comprendere e presentare la Croce come segno della religione cristiana non è stato di buon gusto all'inizio della diffusione del cristianesimo e non lo è neppure oggi.
A un pagano di epoca neotestamentaria l'annuncio di un Dio che manda suo Figlio a morire sulla croce, e che questi era lui stesso Dio, doveva apparire paradossalmente e oltremodo blasfemo. Una superstizione tenebrosa e folle che poneva il Dio cristiano in una luce sinistra. Non possiamo passare con superficialità su questa e altre difficoltà che giudei e pagani anche ben intenzionati e sinceramente amanti di Dio sperimentarono dinanzi all'annuncio cristiano.
Non sarebbe onesto guardare la storia di duemila anni soltanto nella prospettiva di un cristianesimo che si impone, prevale e vince. Occorre ascoltare anche le voci dei perdenti, le loro ragioni, la loro parte di verità. Sarebbe una semplificazione estremamente superficiale ritenere, ad esempio, che il rifiuto di Cristo e del suo messaggio sia sempre espressione d'empietà e di odio. La fine infamante e scandalosa del Rabbì della Galilea richiese uno sforzo interpretativo per rileggere teologicamente la sconvolgente e fallimentare brutalità della crocifissione come significativo evento della rivelazione.
A un pagano di epoca neotestamentaria l'annuncio di un Dio che manda suo Figlio a morire sulla croce, e che questi era lui stesso Dio, doveva apparire paradossalmente e oltremodo blasfemo. Una superstizione tenebrosa e folle che poneva il Dio cristiano in una luce sinistra. Non possiamo passare con superficialità su questa e altre difficoltà che giudei e pagani anche ben intenzionati e sinceramente amanti di Dio sperimentarono dinanzi all'annuncio cristiano.
Non sarebbe onesto guardare la storia di duemila anni soltanto nella prospettiva di un cristianesimo che si impone, prevale e vince. Occorre ascoltare anche le voci dei perdenti, le loro ragioni, la loro parte di verità. Sarebbe una semplificazione estremamente superficiale ritenere, ad esempio, che il rifiuto di Cristo e del suo messaggio sia sempre espressione d'empietà e di odio. La fine infamante e scandalosa del Rabbì della Galilea richiese uno sforzo interpretativo per rileggere teologicamente la sconvolgente e fallimentare brutalità della crocifissione come significativo evento della rivelazione.