Morte e pianto rituale nel mondo antico. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria

Par : Ernesto de Martino
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  • Nombre de pages387
  • PrésentationBroché
  • FormatGrand Format
  • Poids0.38 kg
  • Dimensions13,0 cm × 19,2 cm × 2,8 cm
  • ISBN978-88-339-1895-2
  • EAN9788833918952
  • Date de parution01/05/2018
  • CollectionUniversale Bollati Boringhieri
  • ÉditeurBOLLATI BORINGHIERI
  • PréfacierClara Gallini

Résumé

Il pianto antico, la lamentazione mediterranea e precristiana sui defunti, è il tema cruciale su cui Ernesto de Martino mette alla prova l'efficacia delle categorie interpretative elaborate nel Mondo magico. L'esistenza dell'uomo primitivo è perennemente in bilico tra l'affermazione di sé e della propria presenza e l'universo della labilità in cui è costretto a vivere, dove tutto congiura per l'annullamento e la dissoluzione.
La morte di una persona cara e necessaria è l'evento che può provocare il tracollo della instabile bilancia : essa appare uno scandalo irreversibile, una crisi senza orizzonte e apre la strada alla estraniazione dal mondo, al delirio di negazione, al furore distruttivo omicida e suicida. Ma proprio sull'orlo del rischio estremo l'uomo primitivo impara a difendere il proprio precario esserci : nasce il controllo rituale del patire, il pianto collettivo.
Il rito - e le molte tecniche di cui si sostanzia - può ora percorrere tutta la tastiera della disperazione, ma appunto in forma controllata. E l'uomo è restituito alla vita, mentre la presenza assillante del morto è trasformata in un'ombra protettrice.
Il pianto antico, la lamentazione mediterranea e precristiana sui defunti, è il tema cruciale su cui Ernesto de Martino mette alla prova l'efficacia delle categorie interpretative elaborate nel Mondo magico. L'esistenza dell'uomo primitivo è perennemente in bilico tra l'affermazione di sé e della propria presenza e l'universo della labilità in cui è costretto a vivere, dove tutto congiura per l'annullamento e la dissoluzione.
La morte di una persona cara e necessaria è l'evento che può provocare il tracollo della instabile bilancia : essa appare uno scandalo irreversibile, una crisi senza orizzonte e apre la strada alla estraniazione dal mondo, al delirio di negazione, al furore distruttivo omicida e suicida. Ma proprio sull'orlo del rischio estremo l'uomo primitivo impara a difendere il proprio precario esserci : nasce il controllo rituale del patire, il pianto collettivo.
Il rito - e le molte tecniche di cui si sostanzia - può ora percorrere tutta la tastiera della disperazione, ma appunto in forma controllata. E l'uomo è restituito alla vita, mentre la presenza assillante del morto è trasformata in un'ombra protettrice.
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Ernesto de Martino
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